Premio Letterario Feronia
Città di Fiano 2004
 

La giuria per la XIII edizione anno 2004 è composta da: Gianfranco Baruchello, Cecilia Bello (segretaria), Filippo Bettini (presidente), Gianni Borgna, Marcello Carlino, Aldo Clementi, Tullio De Mauro, Franco Falasca, Giuliano Ferilli, Franco Ferrarotti, Ludovico Gatto, Carlo Lizzani, Mario Lunetta, Aldo Mastropasqua, Predrag Matvejevic, Francesco Muzzioli, Stefano Paladini, Giorgio Patrizi, Lamberto Pignotti, Paola Pitagora, Mario Quattrucci, Fausto Razzi, Jacqueline Risset, Chiara Valentini.

La cerimonia di assegnazione dei premi  per le quattro sezioni si terrà presso il Castello Ducale di FIANO ROMANO (RM), Sabato 3 Luglio 2004 alle ore 19,30.

La giuria, tra le opere edite nell'ultimo anno, ha segnalato le proposte per la partecipazione alla edizione 2004; successivamente ha indicato tra esse cinque opere come finaliste, ed il vincitore (in neretto):

Poesia:

Carmine Lubrano, Lengua amor osa, Fabio D'Ambrosio Editore

Narrativa:

Gianni Toti, I meno lunghi o i più corti racconti del futuremoto, Fahrenheit 451

Critica militante:

Enrico Crispolti

Premio Fondazione Piazzolla:

Massimo Ferretti
 

Riconoscimento speciale ad un autore straniero:

Dubravka UGREŠIĆ

Nata a Zagabria nel 1949 in una famiglia 'etnicamente' mista, ha lavorato per molti anni presso l'Istituto per l'Insegnamento Letterario all'Università di Zagabria rendendosi nota per i suoi studi sull'avanguardia letteraria russa. Nel 1993 ha lasciato la Croazia per ragioni politiche; da allora vive fra Nord Europa e Stati Uniti, dove ha insegnato in Università e scuole di scrittura creativa. All'attività di scrittrice affianca quella di traduttrice
Ha iniziato la sua attività con una prosa creativa Stefica Spek u raljama zivota (Steffie Speck nelle fauci della vita) poi diventato una pièce teatrale e un film. Altro importante lavoro è Forsiranje romana reke (Guadando il flusso di coscienza, 1988) scritto in uno stile pre-bellico: con un tocco giocoso e ironico circa la propria erudizione l'autrice sembra presentare al lettore tutte le possibili reazioni al suo testo. Dal 1991 al libro Americki fikcionar (Finzione americana, 1995), ha sviluppato uno stile meno intellettuale e più aderente alle problematiche di una dissidente dell'era socialista, il che è risultato prolifico per la sua produzione di scrittrice e di giornalista.

Nel 2003 Bompiani ha finalmente tradotto in italiano il bellissimo Il museo della resa incondizionata, dedicato all'esperienza dell'esilio, che ha vinto il "Dutch Culture of Resistance Prize" e il "Swiss Charles Veillon European Prize".
 

IL MUSEO DELLA RESA INCONDIZIONATA
Bompiani Editore, Milano 2002,
edizione originale 1996, traduzione dal croato di Lara Cerruti,
prefazione di Predrag Matvejevic,

pag. 333 - € 16.

Le prime righe

"Nel giardino zoologico di Berlino, accanto alla piscina con un elefante marino vivo, c'è un'insolita vetrina. Sotto vetro si trovano gli oggetti recuperati nello stomaco dell'elefante marino Roland, spirato il 21 agosto 1961, e più precisamente:

un accendino di colore rosa, quattro bastoncini da gelato (di legno), una spilla in metallo a forma di barboncino, un apribottiglie, un braccialetto da donna (probabilmente d'argento), un fermaglio per capelli, una matita di legno, una pistola ad acqua di plastica per bambini, un coltello di plastica, un paio di occhiali da sole, una catenina, una molla (piccolina), un cerchio di gomma, un paracadute (giocattolo), una catena di ferro da quaranta centimetri circa, quattro chiodi (grandi), un'automobilina di plastica verde, un pettine di metallo, un distintivo di plastica, una bambolina, una lattina di birra (Pilsner, trentatré centilitri), una scatola di fiammiferi, una pantofolina da bambino, una bussola, una piccola chiave d'automobile, una bussola, una chiave d'automobile, quattro monetine, un coltello con l'impugnatura in legno, un succhiotto finto, un mazzo di chiavi (cinque pezzi), un lucchetto, un astuccio di plastica con aghi e fili."

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 Dalla prefazione di Pedrag Matvejevic:

"Attraversando i nazionalismi che portarono alla guerra e attuarono la pulizia etnica, alcuni scrittori dell' ex Jugoslavia abbandonarono il loro paese. Tra questi venne a trovarsi -' tra asilo ed esilio'- Dubravka Ugresic. Non ha chiesto asilo politico a nessuno e considera da sempre l'esilio come una condizione naturale per chi scrive. E' venuta a trovarsi proprio tra l'uno e l'altro, altrove e ovunque, ma non in un posto qualsiasi..... Lontana dal 'focolare', trovandosi 'tra', Dubravka Ugresic ha scritto forse le pagine più belle della sua opera letteraria finora... Dopo il crollo del muro di Berlino, l'Europa orientale ha visto poche opere letterarie come quelle di Dubravka Ugresic. Pochi hanno avuto il coraggio di porre lo specchio davanti agli occhi della propria comunità o nazione." (


Franco Falasca photo Franco Falasca